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Intervista a De Tomi Editore

Di Roberto Andreani · 12 ottobre 2024

Inauguriamo il nostro blog con un’intervista a Sergio De Tomi, fondatore della casa editrice De Tomi Editore (detomieditore.it).
Nonostante la raffica di domande che gli abbiamo rivolto non ha tralasciato nulla e ci ha dedicato generosamente il suo tempo. La rapidità con cui ha risposto poi, è stata entusiasmante, rivelando subito la sua profonda passione non solo per il mondo editoriale, ma anche per il desiderio di condividere e raccontarsi.



Sergio De Tomi al Salone del Libro di Torino 2024 · Fonte: Instagram

Apertura intervista

Ciao Sergio,

innanzitutto, grazie per la tua disponibilità. Per noi autori o aspiranti tali è un'occasione preziosa poter fare domande a un editore, soprattutto a uno trasparente e disponibile come te.

Ti seguo su Threads e apprezzo come condividi dati di vendita e numeri, dando a chi è fuori dal giro una visione realistica di cosa aspettarsi. E poi diciamocelo: noi autori siamo tutti curiosi di sapere come vanno le cose nel mondo dell’editoria!

Ho letto la tua storia sul sito web e capisco perfettamente il tuo slancio nell’avviare una casa editrice, ti dà la possibilità di stringere un legame con gli autori, di supportare quello che ritieni valido e lanciare sul mercato ciò che le persone leggeranno. In un certo senso è come avere la possibilità di plasmare il mondo attraverso le storie e l’empatia che queste trasmettono.
Ad ogni modo, la domanda devo fartela lo stesso: come mai ti sei lanciato in questo mondo? Come hai pensato di poter emergere quando ti sei guardato attorno e hai visto le altre centinaia di realtà?

Prima di tutto, grazie a te per lo spazio dedicato, è un piacere connettermi con voi e rispondere alle vostre domande. In questa domanda c’è un “perché” e un “come”. La creazione di questa realtà per me è stata una necessità, più che una volontà. Ho avviato una casa editrice perché ho capito, dopo dieci anni di esperienza nel mondo editoriale, che volevo creare un catalogo mio, con le storie che piacevano a me, mettendo al servizio degli autori tutta l’esperienza accumulata nel “confezionamento” di opere editoriali. Mi piacerebbe dire la classica frase a effetto, ossia che lo sognavo sin da bambino… ma non è vero. Si tratta di una consapevolezza che è emersa anno dopo anno, mese dopo mese, fino a diventare un’esigenza personale. Il “come”, invece, è un po’ la conseguenza. Mi sono chiesto: “come posso differenziarmi in un mercato saturo di prodotto e di offerta?”. Da lì è partito tutto. Volevo e voglio tutt’oggi cercare di rendere il nostro settore più trasparente, accessibile, comprensibile. Sono tre aggettivi che credo qualifichino al meglio la nostra visione e ciò che ci rende diversi. Magari non unici, ma sicuramente diversi.

 

Processo editoriale

È passato circa un anno dall'avvio della tua attività, auguri per il tuo primo anno!
In questo momento hai in catalogo nove romanzi. Considerando questo numero e basandoti sulla tua esperienza, quanto tempo occorre per trasformare un manoscritto in un libro pronto per la vendita? Potresti indicare più o meno quanto le varie fasi principali di questo processo occupano del tuo tempo?

Grazie! Per quanto riguarda la tua domanda, beh, dipende. In primis dipende dall’opera scelta. Come editore potrei decidere di puntare su un romanzo un po’ acerbo, ma dalle elevatissime potenzialità; in quel caso c’è tanto tempo da investire insieme all’autore per lavorare sul romanzo, tagliare, ricucire e infine confezionare. Parliamo di un numero infinito di giri di editing, da far venire la nausea. Quando si arriva al traguardo, però, l’emozione è immensa. Ci sono altri casi dove l’opera arriva con una maturità incredibile, non dico pronta – non accade mai - ma decisamente in uno stadio avanzato; in quel caso sono sufficienti 3-5 giri di editing. Perciò dipende, in ogni caso editing e correzione di bozze sono cruciali e non possono mai mancare nel processo, questa è l’unica certezza. 

Nel mio progetto iniziale, al primo anno pensavo di pubblicare dodici libri – uno al mese di media – ma i piani sono stati un po’ sconvolti dalla decisione di partecipare al nostro primo Salone del libro a Torino. Preparare una fiera di quel calibro toglie una quantità infinita di energie e tempo.


Il processo di correzione ed editing è una fase cruciale per la pubblicazione di un libro. Come gestisci questo aspetto all'interno della tua casa editrice? Preferisci fare tutto internamente o ti affidi a professionisti esterni?

Quando l’opera richiede un importante lavoro di modifica, molto profondo e impattante, tendo a seguire tutto il processo per essere sicuro che il cuore della stessa non venga snaturato; in altri casi, come dicevo prima, dove l’opera è più “matura” mi affido anche a validi collaboratori esterni. In ogni caso l’ultimo giro di editing è sempre mio.


Come funziona la relazione con l'autore durante il processo di revisione? L'autore ha l'ultima parola o ci sono decisioni che spettano all'editor (o alla CE) per garantire il raggiungimento degli standard qualitativi in linea con le tue pubblicazioni?

L’autore ha sempre l’ultima parola. Se ci sono punti davvero importanti per la Casa Editrice, questi vanno chiariti sempre PRIMA di firmare il contratto. Parliamo comunque sempre di elementi più legati alla storia che allo stile. Una volta messi i paletti e trovato un accordo, durante il processo di editing lascio sempre la parola all’autore; imporre una modifica che l’autore non sente “sua” significherebbe imporre uno stile dall’esterno ed è l’errore più grande che un editor possa fare. Ciò potrebbe anche portare a critiche, ne sono consapevole, ma in questo caso non sarebbe una critica alla CE ma all’autore, com’è giusto che sia. Allo stesso modo, potrebbe accadere che quell’elemento che io avrei modificato in realtà si riveli il game changer che porta l’opera al successo… meglio lasciare ai lettori il giudizio! In chiusura, parliamo sempre e solo di scelte stilistiche che possano essere messe in dubbio; non mi sognerei mai di approvare un errore grossolano solo perché l’autore lo vuole. Lì non si parla di stile, bensì di ignoranza.


Gli autori spesso sono confusi riguardo gli aspetti fiscali. Senza entrare troppo nei dettagli, visto che l'argomento è complesso, quando si viene pubblicati da una casa editrice come la tua è necessario avere una partita IVA? E questo vale indipendentemente dall'entità dei guadagni?

No, non è necessario avere una partita IVA. Ti faccio un esempio. Nel mese di giugno e nel mese di dicembre – dunque con cadenza semestrale –evadiamo i pagamenti del diritto d’autore. L’autore riceve un documento con il totale spettante e lo firma, ricevendo il pagamento. In questo caso, l’editore funge da sostituto d’imposta dell’autore. Il che vuol dire che noi applichiamo la ritenuta d’acconto del 20% e forniamo annualmente il CUD, grazie al quale l’autore potrà provvedere alla dichiarazione dei redditi da persona fisica, senza quindi alcuna necessità di aprire partita Iva. Poi dipende sempre da quanto i redditi impattano sul totale; se un autore inizia a vendere migliaia di copie e incassare migliaia di euro, forse è il caso che si confronti con un commercialista; ma come mi piace sempre dire… è un happy problem 😊 Il discorso CAMBIA se si parla di self publishing, ma qui le mie competenze si fermano ed è meglio che non dica castronerie.



Selezione dei manoscritti

Sul tuo sito c'è scritto che al momento la ricezione dei manoscritti è sospesa. È perché hai già troppa carne al fuoco e non puoi dare attenzione a nuovo materiale? Hai ricevuto più manoscritti di quanto ti aspettassi?

Diciamo che è una prassi di molte case editrici lavorare a “spot”, aprendo finestre di selezione. Noi lavoriamo proprio così: apriamo, riceviamo e cataloghiamo le opere, poi chiudiamo e valutiamo. Questo ci permette di ottimizzare il lavoro e non perdere pezzi per strada, altrimenti sarebbe una giungla. Calcola che a ogni selezione riceviamo centinaia e centinaia di opere. La cosa poi sta crescendo a livello esponenziale; più ci facciamo conoscere, più aumentano gli invii. Nella settimana in cui festeggiamo l’anniversario (14-20 ottobre) riapriremo la selezione annunciando una nuova collana. Si parla comunque di selezioni per il 2025, non prima.


Qual è il tuo approccio nella selezione dei manoscritti? Preferisci ricevere proposte via e-mail o tramite una procedura specifica, oppure sei tu che vai a caccia attivamente di nuovi autori e storie? Se sì, dove cerchi?

Via e-mail, solo quando apriamo le selezioni, per i motivi che dicevo nella domanda precedente. Non mi interessa che gli autori alleghino la biografia, non mi interessa quanti anni hanno, chi sono, cosa fanno nella vita, quanti follower portano in dote; io valuto le storie. La cosa davvero fondamentale è che sia presente una sinossi completa dell’opera, con tanto di finale. Se manca quella è probabile che l’opera venga scartata. Ma non siamo orchi cattivi eh, lo diciamo chiaramente: una regola non scritta è che l’autore dimostri alla casa editrice di avere speso del tempo per dedicarsi all’invio; leggere le norme redazionali, adattare il romanzo, guardare le collane della casa editrice e scrivere una lettera di presentazione spiegando perché nell’invio si è scelto De Tomi Editore e perché il romanzo dovrebbe essere scelto... sono passaggi fondamentali.

Per quanto riguarda l’altra domanda no, non vado alla ricerca di autori. Mai dire mai, però.


Quando si valuta un manoscritto ci sono molteplici aspetti da considerare: la trama, lo stile, i personaggi, i temi trattati e la bravura dell'autore. Quali di questi elementi ritieni siano fondamentali per considerare un manoscritto valido? Esiste un fattore che per te è più importante degli altri o pensi che sia necessario un equilibrio tra tutti questi aspetti?

L’originalità, sopra ogni cosa. Una sinossi mi deve colpire per qualche motivo. Poi la cornice del romanzo può anche essere banale o contenere cliché, ma dev’esserci qualcosa di nuovo da portare al lettore. Altrimenti di libri ne esistono già tanti, non vedrei il senso di portarne un altro sul mercato. Prendi ad esempio i libri che abbiamo già pubblicato: “Terapie” di Armando Bisogno è un canonico giallo con protagonista un commissario, ma quest’ultimo intrattiene una relazione epistolare con un terapeuta che gli ha chiesto di scrivere i propri casi e inviarglieli; già questo è caratterizzante. L’autore poi è un docente di filosofia medievale e, tramite un personaggio comune che potrebbe rappresentare chiunque di noi, ci porta a riflettere su tantissimi temi – la fede, le catastrofi, la mutevolezza delle cose… lo vedi, parlo da innamorato. Io devo innamorarmi di un romanzo per poterlo pubblicare: questo è ciò che conta.


In percentuale, quanti manoscritti meritano attenzione rispetto al totale che ricevi e quanto è difficile, dal punto di vista umano, emettere un rifiuto, soprattutto conoscendo tutto l'impegno che ci ha messo l'autore?

Dipende dalla fortuna. Al momento, rispetto ai manoscritti ricevuti, pochi per quello che è il mio gusto personale. Perché appunto c’è una componente di soggettività e molte cose non mi piacciono. Comunicare il rifiuto in ogni caso è la cosa che odio di più di questo mestiere, mi fa male perché sono stato anche io autore e so cosa si prova. Mi reputo una persona empatica e cerco sempre di farlo nel modo più delicato possibile.


Quando gli autori emergenti inviano un manoscritto, spesso commettono alcuni errori che potrebbero compromettere la loro possibilità di essere presi in considerazione. Quali sono quelli più comuni e quali consigli daresti per evitarli? Ci sono comportamenti particolarmente fastidiosi che ti fanno abbandonare la lettura ancor prima di iniziare?

In parte ho già risposto sopra… sicuramente il modo in cui un autore si pone fa la differenza. Quando scegliamo un’opera, scegliamo anche la persona e la caratura umana; prima di firmare un autore/autrice, ci parlo. Difficilmente sbaglio, posso dire di avere un fantastico rapporto con tutti i miei autori, ma questo è solo perché li ho scelti prima; difficilmente potrei lavorare con un autore che pensa di meritare il successo, che gli sia dovuto. Quello può arrivare ma ci vuole umiltà, pazienza, perseveranza… e una buona dose di fortuna. 


 Fonte: Instagram

Sfide e prospettive nell'editoria

In molti casi il successo di un libro sembra dipendere da diversi fattori: la qualità del libro stesso, la casa editrice che lo pubblica e, forse, anche una certa dose di fortuna. Dal tuo punto di vista, quanto influisce ciascuno di questi elementi nel determinare il successo di un libro? Una piccola casa editrice può far emergere un libro valido quanto una grande, o le risorse e il prestigio hanno un peso rilevante?

Il successo di un libro è dato da un’incredibile concatenazione di fattori e una sostanziale dose di fortuna. Tu puoi fare tutta la promozione del mondo, spingerlo all’inverosimile ma questo non sarà mai garanzia di successo. Potrei farti l’esempio delle pellicole cinematografiche: ci sono film che affrontano campagne promozionali assurde per poi floppare in maniera clamorosa… poi ci sono opere come Squid Game (la serie coreana), fatte con quattro spicci, che decollano e diventano fenomeni mondiali. Oppure il film della Cortellesi per restare in tema italiano, “C’è ancora domani”. Alla fine è il pubblico a decidere, nel settore dell’arte sono le persone il primo strumento di pubblicità e l’opera deve piacere a loro; il resto è un contorno. Quindi qual è il migliore strumento di promozione? Il passaparola. I grandi gruppi editoriali hanno un vantaggio al punto zero, quando pubblicano, perché hanno un pubblico più grande al quale affidare l’opera… ma se poi quella non prende, l’INsuccesso è garantito. Le piccole CE come noi fanno più difficoltà all’inizio, ma ciò non toglie che si possa comunque arrivare a togliersi delle belle soddisfazioni.


Per quanto riguarda le tue scelte editoriali e le prospettive future, ci sono generi letterari su cui preferisci concentrarti o che vorresti esplorare maggiormente? C'è un tipo di narrativa che, secondo te, sta guadagnando terreno e che potrebbe avere più spazio sul mercato?

Sinceramente no, non ho preferenze, pur restando all’interno delle collane aperte e di ciò che apertamente stiamo cercando. Tutto ciò che mi emoziona, nel bene o nel male, è benvenuto. Per quanto riguarda il mercato editoriale, cambia come le mode: tempo fa si parlava solo di thriller, vedevi gialli ovunque; oggi il fantasy si è preso la scena e la divide con il romance, che ha schiacciato il concetto di romanzo rosa che spopolava quando ero adolescente… alla fine sono i successi editoriali a dettare le mode presenti e future, è difficile prevedere cosa verrà.


L'editoria indipendente si trova a navigare in un contesto sempre più digitale e influenzato dal self-publishing. Come vedi il futuro di questo settore? Quali opportunità intravedi in questo panorama in continua evoluzione?

Wow, che domandona. Io vedo il digitale come un’opportunità più che un rischio. Idealmente dovrebbe essere quello il futuro. Costi più bassi per il lettore, maggiore guadagno per l’editore, impatto ecologico per l’enorme risparmio di carta – potrei parlare tanto di questo e del nostro impegno ecologico, ma da “intervista” temo che passeremmo a “romanzo” -, tuttavia bisogna essere pragmatici. Tanti, troppi lettori amano la carta stampata, nemmeno la generazione Z sembra così votata all’esclusività dell’e-reader a fronte del libro cartaceo; poi c’è da considerare il destino di migliaia di librerie e di chi ci lavora, una filiera che andrebbe completamente reinventata e dove nessuno sembra volersi prendere la responsabilità di farlo. Non so se ho reso l’idea di quanto sia complicato come tema…


L'autopubblicazione ha avuto un impatto significativo sul mondo editoriale. Cosa ne pensi e in che modo influenza la tua attività? Consideri anche autori che si sono già autopubblicati o vedi l'autopubblicazione un concorrente diretto?

Non li vedo come competitors no, ma non è mia intenzione sminuirli. Anche gli altri editori per me non sono concorrenti. Produciamo libri, sono oggetti unici, ognuno racconta la propria storia, noi raccontiamo la nostra. Sono un fiero sostenitore del libero mercato e credo che tutti siano liberi di scegliere la strada che preferiscono; mi auguro solo che ci sia sempre la responsabilità in ciò che si produce e soprattutto nel confezionamento di un prodotto che poi viene messo in vendita.


La distribuzione cartacea nelle librerie rappresenta spesso una sfida per le piccole case editrici. Come affronti questo aspetto? Ti affidi a un canale specifico o preferisci concentrarti sulla vendita diretta?

Per le piccole case editrici, la vetrina della libreria è un po’ la conseguenza delle vendite più che un punto di partenza. Si tratta di un normale gioco dato dalla famosa “potenza di fuoco”. Tuttavia, non trovo che questo sia limitante, è solo un modo diverso di approcciarsi al sistema editoriale; sarei un bugiardo a negarlo, se avessi la possibilità economica piazzerei subito i miei libri in centinaia di librerie, ma non è fattibile per la nostra dimensione. Ciò non toglie che lavoriamo benissimo con tante realtà tramite presentazioni, e piccoli quantitativi di copie. Piano piano ci stiamo espandendo anche su quel fronte. La vendita diretta rimane però il canale più remunerativo e il più importante, almeno per noi.


Il digitale gioca un ruolo sempre più importante nel settore editoriale. Qual è il suo peso nella tua strategia? Quanto spazio occupano le tue vendite in formato ebook e come vedi il mercato degli audiolibri?

Direi che è un perfetto 50/50. Chi vuole il cartaceo compra il cartaceo, chi ama il digitale compra il digitale. Libero arbitrio. L’ebook occupa un 30% delle vendite che più o meno riflette quello che è il mercato dell’ebook oggi in Italia. Gli audiolibri sicuramente sono un campo interessante, ma fuori portata per piccole realtà editoriali. Se vuoi produrre un audiolibro di qualità serve una camera insonorizzata, una voce che sia piacevole e abbia quantomeno una perfetta dizione – idealmente servirebbero più voci, a dirla tutta – etc… tutte competenze che una normale CE non ha e che comportano costi difficili da assorbire per quella che è l’attuale richiesta nel mercato. Se dovessero crescere ancora, tuttavia, le cose potrebbero cambiare.


Le webnovel online e a puntate stanno guadagnando popolarità in Italia, o almeno è una delle direzioni in cui si sta muovendo uno dei più grandi gruppi editoriali. Vedi potenzialità in questo mercato, magari con una piattaforma dove i lettori pagano per accedere ai contenuti?

Sicuramente in forma gratuita… a pagamento la vedo dura. Credo siano comunque tutte soluzioni – vedi Wattpad – che alla fine non diventeranno mai preponderanti, ma sicuramente hanno il margine per ritagliarsi una nicchia di mercato. Come editore non nascondo che mi piacerebbe in futuro esplorare questo campo, ma al momento non è una priorità.


Supporto e promozione degli autori

Come piccola casa editrice, immagino sia difficile investire molto nella promozione di un singolo autore. In che modo aiuti l'autore a promuovere il suo lavoro una volta pubblicato?

Difficile ma non impossibile. Io come editore investo molto nel branding della casa editrice proprio perché ci tengo che i lettori scelgano prima noi e poi l’autore. Quando mi scrive un lettore per dirmi che ha letto tutti i nostri libri e li ha amati, lì ho raggiunto il mio scopo ultimo perché so che alla prossima uscita avrò già una vendita sicura, che sto costruendo le basi per qualcosa di importante. Non inseguo l’autore che mi porta 1.000 vendite sicure una tantum, ma miro a creare una community che vada oltre il nome, non so se mi spiego. Questa è la prima regola, che in fondo è anche una strategia… poi lo vedi anche tu, siamo tanto attivi sui social; penso di poter affermare che ci sono poche realtà editoriali con la nostra presenza e celerità nel contatto umano. Questo è anche agevolato dalla dimensione, ne sono consapevole, ma lavorerò per far sì che quest’aspetto non si perda mai, nemmeno quando cresceremo come stiamo già facendo.

Poi ci sono le azioni canoniche che molte CE mettono in campo: contatti con blogger, presentazioni nelle librerie, etc… il classico pacchetto di promozione di un’opera. Questo vale per il lancio, poi come già dicevo prima un libro deve camminare con le proprie gambe ed è anche questione di fortuna.


Premesso che l'autore debba avere una storia in linea con le idee della CE e che debba superare la selezione, quanto fa differenza per lui scegliere una casa editrice piuttosto che un'altra? Non parlo solo di aspetti evidenti come la dimensione della CE o il numero di lettori fedeli, ma proprio dal punto di vista operativo.

Per un autore inesperto, credo cambi poco. Quando si entra nell’ecosistema lavorativo di una CE, è tutto bello, nuovo e stimolante. Solo un autore esperto può sapere cosa gli è piaciuto del processo e cosa non ha apprezzato, ed è importante che lo metta in chiaro prima di firmare un contratto, per evitare che tali situazioni si ripetano. Mi spiego con un esempio: se un autore ci tiene davvero tanto a fare presentazioni e girare per l’Italia, anche se questo potrebbe comportare fare presentazioni a sale mezze vuote, è bene che ne parli subito e capisca se l’editore può fornire determinate garanzie (sempre ponendo la questione con garbo); viceversa, un autore potrebbe essere timido e non volerne fare, ma deve mettere al corrente l’editore che sta per investire su quell’opera e sa che avrà un handicap in termine di supporto collaborativo. L’editore deve poter scegliere a monte con tale consapevolezza… e così via. 


C'è qualcosa che noi autori, anche se non facciamo parte del tuo catalogo, possiamo fare per aiutarti a far conoscere la tua casa editrice e gli autori di cui ti occupi?

Il passaparola. Vi è piaciuta la nostra realtà o avete letto un nostro libro e lo avete apprezzato? Parlatene ad amici e conoscenti, condividete la nostra realtà. Il resto verrà da sé. Come si suol dire, se son rose fioriranno. Grazie ancora per avermi concesso questo spazio.


Grazie a te e in bocca al lupo per il futuro!

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Edit del 12/11/2024

Sergio De Tomi ha avviato un canale YouTube dove ha appena pubblicato un video interessante riguardante il primo anno di attività. Ve lo proponiamo qui di seguito.



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Puoi visionare il catalogo di De Tomi Editore direttamente sul sito detomieditore.it

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