Laura Brunelli è un’autrice fantasy che ha esordito nel 2024 con il romanzo Vampirewolf – Luna di sangue. Avvocato di professione, coltiva da anni la passione per la scrittura, che l’ha portata a formarsi come editor e a specializzarsi in diritto d'autore.
Per Immersivamento 2025, il nostro contest dedicato alla scrittura immersiva, si è gentilmente offerta di condividere con noi un racconto inedito fuori concorso (ulteriori informazioni).
Le abbiamo fatto qualche domanda per scoprire di più sul suo percorso di pubblicazione e sulla sua scrittura…

Ciao Laura, grazie mille per la tua disponibilità. È un onore avere un tuo racconto tra i fuori concorso del nostro contest. In passato abbiamo avuto più volte modo di chiacchierare, e mi fa piacere vedere che il progetto su cui stavi lavorando sia stato finalmente pubblicato. Spero nel mio piccolo di contribuire a far conoscere il tuo lavoro!
Ho appena finito di leggere Vampirewolf. È stata una bella esperienza, la storia è interessante, ma mi ha colpito soprattutto la coerenza nelle azioni dei personaggi e il realismo con cui hai affrontato un genere così lontano dalla realtà.
Come sempre, prima di partire, riporto un breve riassunto del libro, così i lettori possono apprezzare meglio la nostra conversazione:
Alyssa crede di essere l’unico licantropo della famiglia e ha già rischiato di fare del male a sua sorella. Ma è convinta di poter gestire la sua natura di licantropo, quando decide di trasferirsi nella capitale. Quantomeno è convinta di poter tenere il suo lupo ben chiuso in un angoletto del proprio essere. Se prende le giuste dosi di Strozzalupo, se sta molto attenta… ma l’incontro scontro con il bellissimo vampiro Liam distrugge tutte le sue certezze. Non solo non è in grado di fermare il lupo, non è in grado di gestire la trasformazione. Non può tornare da sua madre, la cui unica soluzione per il suo problema è l’isolamento, e non può rimanere nell’appartamento a Roma per non mettere il pericolo Giulia, la sua amica e coinquilina. Deve trovare altri licantropi, deve trovare un branco che le spieghi come fare a gestire la propria natura. E se anche il branco fosse una specie di prigione dorata? E se l’unico aiuto possibile le arrivasse proprio da chi meno se lo aspetta? In una lotta giornaliera contro tutti e contro sé stessa, Alyssa deve trovare il proprio posto del mondo e capire perché il vampiro con cui si è scontrata al parco continua a infestare i suoi pensieri e i suoi sogni.
E ora… via con le domande!
Quand’è che hai iniziato a scrivere e quali esperienze ti hanno portata a scegliere il fantasy come genere narrativo?
Non ricordo il momento preciso in cui ho iniziato. Scrivo da quando ero bambina, all’inizio piccole cose, qualche poesia nel periodo adolescenziale. A diciotto anni ho scritto un giallo alla Jessica Fletcher e ho iniziato un romanzo a metà tra il thriller e lo spionaggio. Poi il lavoro e la famiglia hanno preso il sopravvento e quegli embrioni di romanzo sono finiti nel cassetto. Ogni tanto li riprendevo in mano, aggiungevo qualcosa qua e là, senza mai completarli. È solo grazie alla pausa forzata imposta dal COVID che ho ripreso a scrivere con regolarità, anche grazie al forum di Minuti Contati che organizza contest di scrittura mensili per racconti brevi.
Credo di aver iniziato a leggere proprio partendo dal genere fantasy e i libri che ho amato di più da bambina sono stati la Storia infinita, il Mago di oz, Willow e Il Canto di Acchiappacoda. Crescendo ho sviluppato una predilezione per il poliziesco: Deaver, Connelly e la Cornwell erano i miei autori preferiti. Ma il primo amore non si scorda mai e così, da qualche anno a questa parte, complice anche mia nipote, sono tornata al Fantasy, che, attualmente, è il genere che leggo di più.
Ci sono autori o opere che hanno influenzato il tuo modo di raccontare? Qualche libro, film o altra forma d'arte che ti ha spinto a scrivere di creature sovrannaturali e passioni proibite?
Trovo difficile individuare un autore o un’opera specifica che possa aver influenzato il mio modo di raccontare. Tutte le storie che ho letto mi hanno influenzata, nel bene e nel male. Alcune mi hanno mostrato la via, altre le insidie da evitare. Sono sempre stata attratta dalle creature soprannaturali, in particolare dai licantropi, ma le opere che mi hanno influenzato di più sono la saga cinematografica di Underworld, i romanzi della serie True Blood di Charlaine Harris e la serie Black Moon di Keri Arthur.
Come nasce una tua storia? Ti è mai capitato di cambiare completamente idea mentre scrivevi? E se sì, che fine ha fatto quel materiale?
Per ogni storia è diverso. Con Vampirewolf lo spunto è nato dal personaggio e dalla sua incapacità di accettare una parte di sé, altre volte è un luogo a darmi lo spunto per una storia. A darmi l’ispirazione per il giallo che abbozzai a diciotto anni è stato un borgo medievale in Liguria. In genere non mi metto a scrivere prima di avere le idee ben chiare, quanto meno sugli snodi principali della storia, quindi no, non ho mai cambiato completamente idea durante la stesura.
La tua professione di avvocato richiede attenzione, documentazione e capacità organizzative. In che modo questa forma mentis ha influenzato il tuo approccio alla scrittura? Hai trovato che la tua esperienza professionale ti abbia fornito strumenti utili per la pianificazione della trama, la costruzione dei personaggi e la revisione dei testi?
Per quanto riguarda la prima domanda direi proprio di sì. Al di là delle caratteristiche che hai individuato tu, che aiutano molto nelle fasi preliminari alla stesura vera e propria del romanzo, è l’abitudine a scrivere testi organizzati e persuasivi che ha influito più di tutto sulla mia scrittura. Per cui, passando alla seconda domanda, la mia esperienza professionale mi ha fornito molti strumenti non solo per la pianificazione della trama e la revisione dei testi, ma anche in merito alla distribuzione delle informazioni. Per esempio, molte delle cosiddette “regole di stile” della scrittura trasparente le seguivo già per la redazione degli atti. E questo sarebbe di per sé sufficiente a smentire la tesi per la quale tali regole avrebbero l’effetto di appiattire la voce dell’autore, dato che non c’è niente di più diverso da un testo narrativo di un atto giuridico.
Sempre riguardo alla tua professione, immagino che la tua formazione giuridica abbia avuto un ruolo nella scelta di specializzarti in diritto d’autore, ma cosa ti ha spinta a formarti anche come editor? È stata una decisione legata solo alla passione per la scrittura, o ci sono altri aspetti di questo ruolo che ti affascinano particolarmente?
Diverse cose, in realtà. Ritengo che la formazione come editor mi sia utile anche come scrittrice, perché mi dà una visuale diversa e più ampia sulla scrittura. Ma non solo, mi ha sempre affascinato molto l’idea di lavorare su testi scritti da altri autori, aiutarli a crescere e a migliorarsi, sia dal punto di vista della costruzione della storia che dal punto di vista dello stile. Molti pensano che scrivere e editare siano due cose molto simili, ma non è così, conosco autori che non sarebbero mai in grado di editare e editor che non sarebbero in grado di scrivere. Scrivere e editare richiedono capacità e competenze diverse e anche se una persona può apprenderle entrambe, non è così automatico o scontato che lo faccia. Per scrivere è necessario, innanzitutto, avere qualcosa da dire e inventare una storia da zero: qualità che non sono necessarie a un editor, che, al contrario, deve essere in grado di scomporre una storia, individuarne i difetti, le incongruenze e le mancanze.
Come scrittrice hai costruito un mondo narrativo molto più ampio di quello che emerge dal romanzo. Quanto è stato difficile selezionare solo le informazioni essenziali e trovare l'equilibrio tra ciò che volevi mostrare e quello che invece viene suggerito da dettagli e dialoghi?
In realtà non troppo, ma anche in questo caso è stata la professionalità acquisita in campo giuridico ad aiutarmi. Quando scrivo un atto devo scegliere, tra tutte le informazioni che mi dà il cliente e fra tutte le argomentazioni giuridiche possibili, quelle più funzionali all’obiettivo che voglio raggiungere. Sono abituata a selezionare le informazioni utili da quelle superflue che potrebbero anche portare a confondere il giudice. Piuttosto ho il problema contrario, togliere il superfluo è sempre stata la regola per me e faccio più fatica a soffermarmi sulle cose superflue, che però, in un romanzo sarebbero utili a caratterizzare o presentare meglio il personaggio, o a descrivere meglio il mondo narrativo.
Dopo la lettura del tuo libro, ho avuto l’impressione che Vampirewolf – Luna di sangue non fosse un romance “classico”, pur avendo una forte componente passionale. Nei romance contemporanei è molto diffuso l’uso della prima persona al presente e del doppio punto di vista. Tu invece, hai scelto la prima persona al passato e un solo punto di vista. È stata una scelta legata al tuo gusto personale o una necessità narrativa dettata dal tipo di storia che volevi raccontare?
In effetti Vampirewolf – Luna di sangue non segue lo schema classico del romance, anche se la componente passionale è molto forte. Per quanto riguarda il punto di vista singolo, volevo che questa fosse la storia di Alyssa. Il romanzo è più incentrato sulla accettazione di sé che sull’aspetto romantico. Per quanto riguarda, invece, la scelta della prima persona al passato direi un po’ scelta personale, un po’ necessità narrativa. La prima persona avvicina molto il lettore al personaggio e dato che le azioni e le emozioni di Alyssa sono abbastanza forti, avevo bisogno di un po’ di distacco, ma non amo molto la terza persona e così ho optato per la prima al passato. Dal punto di vista più tecnico, sebbene la storia sia comunque scritta nel qui e ora, nonostante il tempo verbale, l’uso del passato mi ha consentito di inserire sommari e frasi di collegamento in raccontato che avrebbero stonato con una prima al presente.
La scrittura cosiddetta immersiva o trasparente è vista da alcuni in modo controverso, soprattutto perché ritengono che possa uniformare la voce dell’autore utilizzando formule sintattiche che suonano ripetitive. Da scrittrice, cosa ne pensi?
Penso che chi la pensa in questo modo da un lato, non abbia assolutamente chiaro cosa siano la scrittura trasparente o immersiva, dall’altro confonda lo strumento con l’uso che ne viene fatto. Del resto, uno dei commenti che leggo spesso nelle recensioni di Vampirewolf riguarda proprio l’originalità e la freschezza della scrittura. Eppure mi sono formata proprio seguendo le regole della scrittura trasparente e le ho ampiamente seguite nella stesura del romanzo. Le regole sono solo strumenti, sta poi all’abilità dell’autore usarle, e piegarle, in modo corretto, originale e fresco. Certo è più difficile che scrivere a sentimento, ma è anche molto più soddisfacente. In ogni caso, non capisco tutto questo ostracismo nei confronti della scrittura trasparente o immersiva. Non deve per forza piacere a tutti, ma se a una fetta di pubblico piace, è davvero un problema?
Alyssa deve fare i conti con la sua natura di licantropo e con l'attrazione per un vampiro. Sebbene l’attrazione e l’amore siano emozioni universali che tutti abbiamo provato e siano già state ampiamente esplorate in tanti libri, viverle attraverso l’atto della scrittura non è così semplice come possa sembrare. Come hai fronteggiato questo aspetto durante tutto il processo?
Non è stato sempre facile. Il rischio di scadere nel banale o di essere troppo stucchevoli è sempre dietro l’angolo quando si affrontano temi come l’amore e l’attrazione. Attingere al proprio bagaglio personale è certamente utile per far emergere le emozioni e le sensazioni, ma quello che è davvero importante è riuscire a entrare in sintonia con il personaggio e viverle e sentirle come le vivrebbe e sentirebbe lui. Quindi bisogna innanzitutto conoscere a fondo il o i propri personaggi. E questo vale per tutte le emozioni, non solo per l’amore e l’attrazione.
Anche se il tuo romanzo non rientra nei romance puri, la componente emotiva e passionale è molto presente. A livello narrativo, quanto è stato complesso rendere sulla pagina le emozioni più profonde di Alyssa, mantenendo la coerenza con la sua voce e il tono della storia?
Vale lo stesso discorso fatto per la precedente domanda. Bisogna riuscire a “essere” il personaggio. Capire come reagirebbe lui nelle situazioni che abbiamo deciso di fargli affrontare. Solo così si può riuscire a mantenere la coerenza e a rendere verosimili le reazioni dei personaggi.
Il tema della lotta tra la parte umana e quella più istintiva e selvaggia è centrale nella storia. Scrivere un personaggio diviso tra queste due nature significa esplorarne desideri e paure. Ci sono stati momenti in cui hai provato emozioni forti o vissuto passaggi particolarmente difficili da scrivere?
Sì, per entrambe le domande. Per scrive trovo fondamentale immedesimarmi nei personaggi, per cui in fase di stesura ho sperimentato la maggior parte delle emozioni che ha sperimentato Alyssa. Ma anche se, per scrivere, mi sono dovuta immedesimare in lei, non sempre ne condividevo le idee, soprattutto nella prima parte, quando la sua resistenza verso il suo lato oscuro, la rendeva parecchio fastidiosa per i miei gusti.
Il tuo romanzo è ambientato a Roma e nelle campagne laziali, un contesto che trasmette un senso di familiarità anche a chi non lo conosce direttamente (per me ancora di più, dato che vivo proprio in queste zone). Tu abiti a Roma, quindi hai uno sguardo diretto sui luoghi e sugli angoli che hai scelto di raccontare. Anche se l’ambientazione non domina la narrazione, contribuisce in modo efficace a renderla realistica e immersiva. In che modo la tua conoscenza del territorio ha influenzato la costruzione dell’atmosfera e la scelta dei luoghi in cui far muovere i personaggi?
Moltissimo. Io abito fuori città e trovo che la conformazione del territorio si adatti alla perfezione a una storia in cui sono protagonisti i licantropi. La campagna laziale è disseminata di ampie zone collinari adibite a campi o pascolo, con basa densità di popolazione, e di zone boschive che ben si adattano a nascondere creature soprannaturali. Lo stesso dicasi per Villa Borghese. È vicina a Flaminio e oltre al bioparco, ospita vari musei e teatri, per cui ci sono stata spesso e quando ho deciso di ambientare la storia a Roma ho subito pensato che fosse il luogo ideale.
Immagino che tu abbia condotto delle ricerche per costruire una storia realistica. Puoi raccontarci qualcosa di questo processo? Oltre alla conoscenza diretta dei luoghi, hai raccolto materiale di prima mano, come foto, appunti sul posto o note sulle sensazioni e le atmosfere dei luoghi che hai menzionato?
Sì. Ho fatto dei sopralluoghi a Villa Borghese e nei dintorni, cercando un edificio che potesse ispirarmi per creare la casa di Alyssa, anche se poi ho dato spazio alla fantasia e non sono rimasta del tutto fedele alla realtà. Ho individuato il percorso che avrebbe dovuto fare per recarsi al parco e cosa avrebbe trovato sulla sua strada, sono stata al laghetto e ho fatto tutto il giro, constatando che ha un lato più “nascosto”, dove Alyssa poteva nascondersi e attraversare il parco indisturbata, arrivando a casa sua passando da una strada laterale e poco trafficata anche di giorno. Lo stesso vale per Piazza di Spagna. L’unico posto che non ho visitato personalmente, e per il quale mi sono affidata a internet, è Forca d’acero.
Una delle cose più appaganti nella lettura del tuo romanzo è stata la coerenza con cui si sviluppano gli eventi e con cui si muovono Alyssa e gli altri personaggi. Chi legge vede solo il risultato finale, ma spesso non immagina il grande lavoro che c’è dietro per far funzionare ogni elemento della trama. Puoi raccontarci qualcosa del tuo processo di progettazione e di quanto lavoro ha richiesto costruire una trama solida e coerente?
La storia di Alyssa ha avuto una lunga incubazione e quando mi sono messa a progettare il romanzo avevo già le idee molto chiare. Ma sapere a grandi linee cosa deve succedere è solo una parte del lavoro. Durante la progettazione ho cambiato idea parecchie volte prima di arrivare alla struttura finale. Fortunatamente l’ho fatto prima di mettermi a scrive, altrimenti avrei buttato via tempo e lavoro. Come dicevamo prima, il materiale grezzo con cui ho lavorato era decisamente più ampio, e parecchio è rimasto fuori dalla versione definitiva. Per entrare in sintonia con Alyssa e con la sua incapacità ad accettare la sua natura di licantropo, ho scritto alcune pagine di diario. Per ricostruire e dare un senso alla “leggenda” ho ricostruito l’albero genealogico di Alyssa, incrociando i suoi avi con degli umani per giustificare la mancata trasformazione della madre. Ho ricostruito la vicenda che ha dato origine alla leggenda, accertandomi che potesse reggere. Nulla è stato lasciato al caso, ogni aspetto, anche il più insignificante è stato studiato, valutato e progettato.
La versione ebook del tuo romanzo è stata pubblicata da Delos Books, una casa editrice inizialmente molto attiva nel campo del fantastico e della fantascienza, e successivamente anche nella letteratura di genere. La collana “Dark” di cui fa parte il tuo romanzo è relativamente nuova e il tuo è stato addirittura il secondo libro pubblicato. Puoi raccontarci a grandi linee come si è svolto il processo di pubblicazione? In che modo questa esperienza ha influenzato la tua visione del mondo editoriale e del tuo percorso di scrittrice?
È stata un’esperienza davvero particolare, conosco altri autori che hanno pubblicato nella stessa collana e so per certo che il mio è stato un caso più unico che raro. Considera che ho firmato il contratto il 14 di febbraio e il romanzo è uscito il 19 marzo. Ho affrontato due giri di editing e ho aggiunto 100.000 battute, spazi inclusi, in meno di un mese. Quando la responsabile di collana mi ha detto di essere interessata al mio romanzo, che era alla seconda stesura, sapevo già che dovevo fare delle integrazioni, e quando mi è stato detto che avrei avuto solo un mese di tempo per lavorarci mi è preso un po’ il panico. Alla fine ce l’ho fatta, anche se, con un po’ di tempo in più avrei potuto migliorare ancora il testo. Ma devo dire che l’esperienza è stata davvero formativa. Intendiamoci, non mi hanno costretta a pubblicare a marzo, mi hanno chiesto se ero disponibile e io ho accettato, ma se la cosa dovesse ripetersi, posso dire di essere pronta.
E ora parliamo del futuro…
Prossimamente parteciperai a eventi o fiere dove i lettori potranno incontrarti?
Per il momento l’unico evento a cui posso dire con certezza che parteciperò è il Salone di Torino, sarò presente con Vampirewolf al banco che sarà allestito da Rotte Narrative nell’area Self.
Hai in mente di proseguire la storia di Alyssa, oppure di esplorare nuovi mondi? Saranno sempre di genere romance/urban fantasy?
Sì, la storia di Alyssa è solo agli inizi e poi mi sono affezionata troppo a lei per abbandonarla. Ma ho anche altri progetti in cantiere sempre di genere romance/urban Fantasy.
La pubblicazione di un romanzo è sempre un traguardo significativo per un autore. Dopo l’uscita di Vampirewolf, è cambiato qualcosa nel tuo modo di scrivere o nei tuoi obiettivi futuri?
Più che nel modo di scrivere, nel modo di vedere la scrittura. Pubblicare Vampirewolf è stata una gran palestra, soprattutto perché ho dovuto correre nella fase di editing. Avevo tempi strettissimi e questo mi ha spinta anche a lavorare in modo diverso. Anche il rapporto con i lettori e il confronto con le recensioni mi hanno dato molto, sia in termini di soddisfazione che in termini di crescita. È solo quando la storia finisce nelle mani dei lettori che capiamo se abbiamo fatto un buon lavoro o meno.
Siamo giunti al termine. Grazie mille per la tua disponibilità! È stato un piacere scoprire di più sul tuo percorso di scrittrice e il tuo romanzo. Non vediamo l’ora di leggere il racconto che condividerai con noi e di immergerci nelle tue prossime storie. Quindi, è il caso di dirlo… in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!
(lo so, te l’avranno detto in tanti, ma era simpatico.)
Il racconto che Laura sta scrivendo per
Immersivamento 2025 sarà pubblicato
fuori concorso assieme ai racconti vincitori del contest, e lo troverete all'interno dell'antologia disponibile gratuitamente su questo sito o acquistabile a prezzo minimo nei principali store online.
Immersivamento è il primo contest letterario a partecipazione gratuita di
Librati con Alice dedicato alla Scrittura Immersiva. Un'occasione per gli scrittori che vogliono mettersi in gioco e creare mondi in cui i lettori possano perdersi.
Se amate raccontare storie capaci di coinvolgere ed emozionare,
partecipate anche voi, la scadenza per l'invio dei racconti è il
31 maggio 2025!
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E acquistare Vampirewolf - Luna di sangue su Amazon o sullo store dell'editore Delos.