Direttamente dal profilo IG del Fungomedusa, eccovi una Schiettintervista. Di che si tratta?
Un'intervista breve e onesta agli scrittori e alle scrittrici di fantasy e fantascienza italiani.
Questa è rivolta a Beppe Roncari, scrittore, traduttore e editor. Il suo ultimo successo è la dilogia Engaged, un retelling fantasy dei Promessi Sposi.

Sofia: Che cosa puoi dirci della genesi di Engaged? Com’è nata l’idea di inserire elementi fantastici in un romanzo come questo?
Beppe: Come scrittore ho tre grandi amori: la storia, la letteratura e il fantasy. In Italia purtroppo la letteratura speculativa non è molto considerata, mentre i romanzi stranieri d’ispirazione italiana sono spesso approssimativi. Tuttavia, dopo aver letto “Eternal War” di Livio Gambarini mi sono convinto che è possibile aprire una via italiana al fantasy tramite il grimaldello del fantasy storico, e per farlo ho deciso di affrontare di petto un mostro sacro, “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni.
Come sei riuscito a destreggiarti e a trovare un equilibrio tra fatti storici ed elementi fantastici?
Non è stato facile. “I Promessi Sposi” sono considerati il romanzo storico per eccellenza e Manzoni prende in giro la creduloneria dell’Anonimo seicentesco, irridendo la sua credenza nelle “buontà angeliche opposte alle operationi diaboliche” e le sue opinioni “piuttosto strane che mal fondate”.
Gli elementi fantasy nell’opera originaria sono nascosti in filigrana nelle illustrazioni, nei frammenti del manoscritto anonimo, nelle pagine sulla biblioteca esoterica di Don Ferrante, sugli untori e sugli incubi degli appestati…
Per creare un universo meraviglioso ma realistico ho deciso di “buscar el fantastico por lo storico”, e quindi la magia di “Engaged” è presa dal folklore italiano, da veri processi di stregoneria e manuali inquisitoriali dell’epoca. Nel Seicento tutti credevano alla magia, compreso il cardinal Borromeo, demonologo e feroce cacciatore di streghe. Spiriti confinati, lupi mannari, benandanti, maghe bianche sono elementi essenziali delle credenze dell’epoca, insieme ad angeli e demoni. Li ho amalgamati con un sistema magico basato sulle aure e sulla metafora della lavorazione della seta, attività centrale nella vita di Lucia, filandina, e Renzo, torcitore di seta.
Qual è stato il personaggio più divertente da descrivere e perché? E il più complesso?
Mi è piaciuto moltissimo scrivere il personaggio di Simone Manzoni detto il Gambarello, perché è un nerd ante-litteram, che cita i classici greci e romani e la letteratura cult della sua epoca, come il “Don Chisciotte” di Cervantes. Ma mi ha divertito anche scrivere gli scambi tra l’angelo Mumiah e il demone Belial che, mutatis mutandis, sono ispirati a Azraphel e Crowley di “Good Omens” di Terry Pratchett e Neil Gaiman, e il personaggio di Renzo, perché il suo carattere contiene una involontaria comicità nel suo capire tutto delle macchine, ma così poco del cuore delle persone.
I più complessi sono stati senz’altro la Monaca di Monza e l’Innominato, personaggi iconici con un’ombra immensa alle spalle, anche se di due tipi molto diversi. Gertrude vive succube dello spettro dei suoi genitori e della coercizione a farsi monaca, mentre Francesco Bernardino Visconti (avo di Manzoni da parte di madre) è un vero e proprio titano della ribellione contro ogni ordine costituito, umano o divino, che qualche lettore ha paragonato a Lord Asriel in “Queste oscure materie” di Philip Pullman.

Per molti, “I Promessi Sposi” sono stati un noioso fardello. Credi che un retelling come questo possa riavvicinare all’originale, e se sì, perché?
Sì, perché il primo a fare un’opera di retelling è stato Manzoni nei confronti dell’Anonimo! Ma “nel trascrivere, e nel rifare” Don Lisander epurò tutti i passi che riguardavano la magia e persino quelli relativi alla storia d’amore tra Renzo e Lucia, che invece traboccavano nel manoscritto originale.
Molti lettori mi hanno detto che erano restii ad accostarsi a “Engaged” proprio per il trauma scolastico e il conseguente odio viscerale per Manzoni, ma leggendo il mio romanzo si sono in qualche modo riconciliati con lui. Sono felice di averli aiutati a superare questo scoglio difficile, perché non c’è niente di peggio di essere costretti a fare qualcosa, soprattutto se si tratta di leggere un romanzo.
Spero che il mio romanzo, pur essendo autonomo e in qualche modo anche in contrasto con la visione manzoniana, possa comunque contribuire a far riscoprire l’opera originale… e il Manoscritto del povero Anonimo!
Consiglieresti di iniziare Engaged anche a chi ha odiato il romanzo originale? Se sì, perché?
Nelle recensioni dei lettori si trova spesso questa frase: consigliato se hai amato “I Promessi Sposi”... e ancor di più se lo hai odiato.
In “Engaged” ci si può prendere la rivincita contro il Manzoni studiato a scuola scoprendo che dietro le vicende di Renzo e Lucia si nasconde la storia di una sanguinosa faida tra i suoi antenati… e la famiglia di Don Rodrigo. Una faida ricca di attentati, intrighi nell’ombra e… stregoneria. Tutto incredibilmente fantasy, eppure storicamente attestato.
Dalla pubblicazione del tuo primo libro, che tipo di critiche hai ricevuto? Come ti hanno permesso di migliorare?
Le critiche maggiori sono state sullo spazio dato ad alcune vicende rispetto ad altre, per esempio quelle di Gertrude all’inizio del volume 2. Non tutti i pareri sono stati concordi, però, e ci sono anche persone a cui sono piaciute proprio queste parti.
Altri hanno rilevato un eccesso di citazioni nerd, intrecciate alla vicenda, ma è una cosa di cui non mi pento.
In generale, le critiche hanno sempre un fondo di verità e, anche se è difficile ascoltarle con animo sereno, dopo averle digerite aiutano a migliorare il proprio stile di scrittura.
La voce dei lettori è sempre preziosa per migliorarsi, dato che sono loro i destinatari della storia.
In Engaged hai giocato con tanti punti di vista, flashback, flashforward, stile immersivo e rottura della quarta parete. Puoi spiegarci perché hai scelto questa dinamicità e come sei riuscito a padroneggiarla?
Spero di essere riuscito a padroneggiarla! “Engaged” è davvero una macchina complessa e composta da moltissimi ingranaggi narrativi. Ne avevo la consapevolezza e sentivo il peso della responsabilità per il fatto che sarebbe bastato che si incastrasse anche una sola ruota della “macchina” per compromettere l’intera riuscita dell’opera, che invece doveva apparire semplice e piacevole per il lettore.
Ma erano necessari tutti questi elementi, anche quelli metanarrativi, per mettermi in dialogo con pubblici variegati, come i lettori Young Adult e l’establishment accademico, e su piani distinti e diversissimi tra loro, come quello storico e letterario e quello della pura narrazione d’intrattenimento.
Chi insegna scrittura mette in guardia sui rischi del giocare con i piani temporali e con molti punti di vista, perché è facile lasciarsi prendere la mano e perdersi.
Io ho usato come bussola la scaletta dell’opera, che è stata la parte a cui ho dedicato più tempo ed energie.
L’importante è non perdere mai di vista il cuore della storia e i suoi tiranti, che ne costituiscono la struttura portante e devono essere presenti in filigrana in ogni scena, anche in quelle apparentemente secondarie.

Basta dare un’occhiata al tuo profilo IG per vedere quanto sei impegnato a presentare la tua saga in librerie e scuole. Come ti prepari per queste occasioni e che consigli daresti a uno scrittore emergente che vorrebbe fare lo stesso?
Il mio motto, derivato dal titolo del libro, è “Stay Engaged!” cioè, resta sempre appassionato/a. Cerco di comunicare la mia passione e il mio amore per il romanzo che ho scritto e per tutto ciò che lo ha ispirato, come la letteratura, la storia, la filosofia, il fantasy…
Sono particolarmente felice quando riesco a instaurare un dialogo con i ragazzi delle scuole. Non mi metto in cattedra, ma gli propongo di fare un gioco insieme e partire con me per un viaggio di esplorazione. “Studiare” vuol dire dedicarsi a qualcosa con passione, cioè essere “Engaged”.
Uno scrittore emergente deve essere consapevole che la promozione del suo romanzo dipenderà in larga parte dai suoi sforzi, a meno di imprevedibili botte di fortuna. Occorre scoprire, conoscere e coltivare con cura il proprio pubblico e mettersi in dialogo con le fiere, i blogger e gli altri scrittori del settore in modo collaborativo e propositivo.
Gli scrittori studiano prima di pubblicare, ma imparano anche una volta pubblicato. Se dovessi riscrivere la saga adesso e da zero, c’è qualcosa che faresti diversamente?
Forse prenderei decisioni diverse e batterei strade ancora più impervie, per esempio fare di Rodrigo il protagonista assoluto della vicenda, oppure puntare a un pubblico più adulto, in modo da poter calcare di più sull’acceleratore per le tematiche su cui ho intenzionalmente tirato il freno a mano. Ma queste sono altre storie, e bisognerà raccontarle un’altra volta.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai già in mente il prossimo romanzo?
Ho già un nuovo progetto, sempre un fantasy storico, e sto studiando da oltre un anno per realizzarlo. Se possibile, è un progetto ancora più ambizioso di “Engaged”.
Ora è in mano alla mia agente, per cui non posso dire troppo, però posso anticipare che si tratta di una storia legata alla Londra di Shakespeare… e al mondo di Faerie. Acqua in bocca!
Come ti è venuta l’idea di regalarlo al Papa per il compleanno?
È stato sull’impulso del momento. Il Papa ha sempre dichiarato il suo grande amore per “I Promessi Sposi”, e ho pensato che potesse fargli piacere leggere la mia versione. Anche se io, rispetto a Manzoni, do una spiegazione umanistica della Provvidenza, e non fideistica. L’ho fatto avere anche all’Arcivescovo di Milano, che è stato mio rettore in seminario. Mi piacerebbe aprire un dialogo, dato che la mia posizione attuale è molto cambiata dai tempi del seminario.
Potete seguire Beppe sui suoi profili social:
Instagram: instagram.com/bepperoncari
Facebook: facebook.com/Beppe.Roncari
Oppure acquistare Engaged su Amazon:
Engaged 1. Il libro di Renzo
Engaged 2. Il segreto di Lucia
Chi è il Fungomedusa?
Il Fungomedusa è una creaturina fantastica, nickname di
Sofia Marilei che al momento si diletta a promuovere libri di autori italiani attraverso
sentite recensioni su IG. Studia narratologia, soprattutto grazie a Rotte Narrative, e qualche volta regala sketchini dei personaggi ai loro autori.
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